Kontamination3
Questo è un lavoro facente parte di un trittico e preparato,dedicato,alle contaminazioni di ogni genere.
Anche la scelta di "nascondere" o mistificare comunque la natura del legno usato va in questo senso:evitare la contrapposizione "legno bello" vs. "legno brutto":esiste il legno.
Altezza circa 30 cm.
C&C benvenuti
Pres. qua siamo nel campo dell'arte, niente a che vedere con oggetti magari esteticamente piacevoli ma senza contenuti o messaggi come quelli che riesci a trasmettere con queste cose, complimenti
Grazie Bruno 😉
Se siamo nel campo artistico,lo lascio all'altrui giudizio;ma sicuramente questo è uno dei lavori in cui credo e con cui "parlo" 😉
Mi piace come idea e anche esteticamente,I tagli diseguali della nastro penso che siano voluti,hanno un loro perché? 😀
https://it-it.facebook.com/giuseppe.tuninetti.5
http://www.beppetuninetti.altervista.org/
Mi piace molto come idea, mentre esteticamente la trovo un po' grezza
e la base proprio no 😝
ciao
Michele
i tuoi lavori sono tutti eccezionali complimenti
Grazie Beppe 😉
Si,come hai intuito,i tagli sono "random" e lo sono volutamente;sempre per "destrutturare" sia la materia che le simmetrie
Grazie Michele 😉
E qui la "grezzitudine" regna sovrana,anzi è un imperativo!!
Pensa a quando il punk ha rotto gli schemi del "bel canto/bella voce" 😉
Credo che soltanto chi abbia scalato tutte le montagne della tecnica possa permettersi un'opera d'arte, un po' come Picasso che nel suo primo periodo era un "semplice" ritrattista e varda un po' cos'e' diventato... Grazie Presidente!
Giorgio Odello
Postato da: @roberto-cecconelloGrazie Michele 😉
E qui la "grezzitudine" regna sovrana,anzi è un imperativo!!
Pensa a quando il punk ha rotto gli schemi del "bel canto/bella voce" 😉
Se iniziamo dal dopo Duchamp apriamo un discorso senza uscita che potrebbe portare alla non definizione di opera d'arte sopratutto per noi
Oggi forse l’opera d’arte non è più un atto comunicativo completo, ma è simbolo di una rete di comunicazioni che avviene indipendentemente dall’opera stessa, ma che influisce sul suo valore, perché ne è la fonte principale. un’opera per quanto pregevole non vale nulla se il mondo dell’arte non ne parla e non ci costruisce sopra un significato che l’opera stessa potrebbe tranquillamente non avere. Continuo a rintracciare inquietanti segni di autoreferenzialità, se non di tautologia, in questo meccanismo...
ciao
Michele
Postato da: @micheleceolanPostato da: @roberto-cecconelloGrazie Michele 😉
E qui la "grezzitudine" regna sovrana,anzi è un imperativo!!
Pensa a quando il punk ha rotto gli schemi del "bel canto/bella voce" 😉
Se iniziamo dal dopo Duchamp apriamo un discorso senza uscita che potrebbe portare alla non definizione di opera d'arte sopratutto per noi
Si,hai quasi sicuramente ragione in merito;ma,forse,non sarebbe cosa malvagia:potremmo liberarci dal "vizio mentale" della definizione stessa... 😉
mi sono formato nel mondo dell'arte (architettura e musica) e dopo tante elucubrazioni vissute in passato sono giunto alla conclusione che si possa definire arte cio' che soggettivamente continua a muovere emozioni, emozioni non "una tantum" ma ad ogni occasione che si osserva (o si ascolta) la stessa opera. Nell'arte antica si apprezzavano caratteristiche piuttosto evidenti (colore, suono, armonia, luci ed ombre) nell'arte "moderna" (post Duchamp, come giustamente sottolineato da @micheleceolan) l'emozione e' data dalla lettura soggettiva di significati, non necessariamente gli stessi pensati dall'artista; l'artista a sua volta ha il dovere di mediare la tecnica con il messaggio, senza l'una non esiste l'altro; per questo caro presidente ho scritto quanto sopra... scusate la lunghezza 😋
Giorgio Odello
non sono del tutto d'accordo, la tecnica non è necessaria, prendiamo ad esempio la banana di Cattelan. Non c'è niente, niente tecnica, nessun significato o emozione per la persona comune. Ma essendo Cattelan il messaggio lo si trova. Per questo parlo di autoreferenzialità e di non artista, chiunque abbia la capacità di creare un messaggio, qualsiasi messaggio anche al di fuori di se stesso, in quel mondo è un artista, tutti quelli per cui la porta non si apre non lo sono.
ciao
Michele
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