"Kabul. Volto di donna"
Qualche tempo fa stavo rileggendo "Così parlò Zarathustra" di Nietzsche ; è un libro che amo perchè ad ogni rilettura offre sempre spunti di riflessione.
Inevitabile, riflettendo sullo zoroastrismo, non andare con la mente all'Afganistan e e agli aspetti tragici delle sue vicende storiche e sociali che coinvolgono la condizione femminile.
Ed ecco lo spunto per questo lavoro.
Legno sconosciuto. Altezza circa 25 cm. e finitura con acrilico opaco
C&C benvenuti
ho già avuto modo di dire che, personalmente provo un senso di tristezza davanti a quest'opera e subito dopo un motivo di riflessione, complimenti
Grazie 😉
A dispetto di quanto si creda non sono un grande esperto nella conoscenza dei vari tipi di legname; per avere buone competenze occorre aver avuto per le mani molte varietà e per lungo tempo, tanto da apprezzare le variazioni all'interno di una stessa specie. Nella mia attività di tornitore avrò avuto a che fare con, forse, una quarantina di legni diversi. Pochi, per millantare una conoscenza reale 😉
In questo caso specifico, l'amico che mi ha regalato il tronco l'aveva etichettato come Cirmolo, un legno che non ho mai visto nè lavorato. Sebbene durante la tornitura non apparisse come una conifera non aveva altre caratteristiche particolari e invece ho scoperto poi, grazie ad altrui indicazioni, che potrebbe essere un particolare tipo di Quercia. Anche se decisamente anomalo per peso e mancanza di odore caratteristico la figurazione potrebbe attagliarsi. Nel dubbio...legno sconosciuto 😉
Grazie 😉
Ed è in questi casi che la tecnica è puramente al servizio del Pensiero, perchè è quest'ultimo a prevalere.
Grazie 😉
Infatti l'intento era creare un senso di melanconia, di disagio sottile che spingesse a porsi delle domande.
Anche lo sbilanciamento del basamento, che è ingannevole e quasi poco percettibile, coadiuva l'insieme
Grazie 😉
Come ho ricordato in un mio editoriale di qualche tempo fa, abbiamo necessità di buoni artigiani in un tempo in cui la maggior parte dei soggetti si sente artista o designer (oltretutto "designer" sarebbe la traduzione di "progettista" ed è un termine spesso utilizzato da chi ha difficoltà insormontabili nel progettare qualsiasi cosa).
Normalmente si parte come apprendista, si diventa artigiano, con quello che era detto "capolavoro" si diventava "Mastro". Eventualmente, in rari casi meritori, si diventava Artista.
Quindi, se siamo buoni artigiani...andiamone fieri: è molto meglio che essere finti artisti 😉
Grazie Davide 😉
In effetti, quando l'impellenza di comunicare un sentimento è così forte da costringerti a "scriverlo" con il tuo mezzo elettivo d'espressione..arriva sempre con efficacia all'osservatore.
E generalmente questi lavori sono anche tecnicamente poco appariscenti: il Pensiero basta ad illuminarli.
Anni fa, con "Lampedusa" era stato un episodio simile
@roberto-cecconello si, fa il medico per intersos. È andato per coordinare gli aiuti. Mi ha colpito il fatto che per un mese ha mangiato solo riso e uvetta, lo trovo molto esemplificativo della condizione in cui vivono
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